Investire nei debiti ?
Prestereste i vostri soldi ad una persona, sapendo che gli servono per ripagare uno dei 100 debiti che ha ? La domanda non è casuale ma ci porta dritti al tema di oggi: il debito, che a livello globale ha raggiunto la cifra stratosferica di 312.000 miliardi di dollari di cui ben 100.000 miliardi sulle spalle degli Stati.
Una mole immensa di indebitamento pubblico che non riesce a rilanciare la crescita economica (basti pensare che negli Stati Uniti per generare un nuovo dollaro di reddito servono ben tre dollari aggiuntivi di debito pubblico) e che è destinata ad aumentare ulteriormente: questo non sono io a dirlo ma gli esperti del Fondo Monetario Internazionale.
E quali sono i Paesi che secondo il FMI vedranno il proprio debito crescere di più nei prossimi anni ? In prima linea Stati Uniti, Italia, Francia, Regno Unito (tutti Paesi dove già il rapporto Debito/PIL supera il 100%).
Poco da dire sulla nostra Italia da anni “governata” più che da Conte, Draghi o Meloni dal suo maxi debito arrivato ormai a 3.000 miliardi di euro (su cui solo di interessi si pagano 90 miliardi di euro all’anno: quasi quanto le risorse destinate alla Sanità).
Mi piacerebbe piuttosto spendere due parole sugli Stati Uniti il cui debito ha raggiunto (udite, udite) la fantasmagorica cifra di 36.000 miliardi di dollari con un rapporto Debito/Pil al 121% e continua a crescere al ritmo di 1.000 miliardi ogni 3 mesi (e con Trump di nuovo alla Casa Bianca difficilmente la tendenza cambierà).
Un debito che ha sempre trovato investitori in giro per il mondo (giapponesi e cinesi in primis) grazie alla stabilità del dollaro, al ruolo preminente degli USA nell'economia e nella politica mondiale e all’attrattività dei tassi di interesse rispetto alle altre aree del mondo.
Condizione, quest’ultima, che ha alimentato lo sviluppo di una pericolosa strategia speculativa, il cosiddetto “carry trade”, tramite cui si prende a prestito denaro, ad esempio in yen, pagando una miseria di interessi per poi investirlo in Treasury Usa che – come ad esempio in questo momento - offrono rendimenti oltre il 4%.
Rendimenti che, considerato l’enorme stock del debito pubblico USA, contribuiscono a farlo ulteriormente crescere in una spirale che rende sempre più difficile ridurre i tassi di interesse (normalmente quanto più si ha bisogno di soldi, tanto più si è costretti ad aumentare la ricompensa a chi i soldi te li presta).
Comunque non c’è da preoccuparsi: il nuovo inquilino della Casa Bianca ha già la soluzione in tasca su come ripagare la montagna di titoli di stato USA in circolazione. In una recente intervista su Fox News ha dichiarato: “ Daremo loro (cioè agli investitori) un piccolo Bitcoin e cancelleremo i nostri 35.000 miliardi di dollari di debito pubblico".
Tirando quindi le fila del discorso, in questo contesto globale di crescita continua dei debiti degli Stati, delle aziende e dei privati, il mio suggerimento è quello di verificare assieme al proprio private banker la qualità e la tipologia della componente obbligazionaria presente nel proprio portafoglio riducendone l’eventuale sovrappeso a favore di altre asset class tra cui l’azionario internazionale.
Un asset class questa che, se costituita con gradualità nel tempo e con gli strumenti giusti che permettano di diversificare e prendere posizione sulle migliori società a livello mondiale, è in grado di premiare gli investitori con rendimenti sensibilmente più elevati rispetto ai titoli di debito.
Con questo termino, augurando a tutti un 2025 di buoni investimenti !
Filippo Cordella
Top Private Banker
Fideuram-Intesa Sanpaolo Private Banking
Ancona-Civitanova-Jesi-Senigallia-Pesaro
Cell: 3200222185